La riflessione di Alessandro Romboli
Dopo l’esordio di Alessandro Lever con la maglia azzurra a San Pietroburgo per le qualificazioni alla FIBA World Cup 2023, il founder di A+ Talent Nation, Alessandro Romboli, ha rilasciato il suo pensiero in merito:
“A due settimane dall’esperienza vissuta da Alessandro con la Nazionale Maggiore, voglio in primis complimentarmi con lui per come ha vissuto e gestito questa opportunità interpretando al meglio i valori che rappresentano A+, successivamente voglio ringraziarlo dello splendido dono offerto che mi rende particolarmente orgoglioso.
Grazie Ale!
Colgo, inoltre, l’occasione per esprimere una riflessione profonda che, personalmente, ritengo essere molto importante: ho trascorso gran parte della mia vita “in palestra”, nutrendomi della qualità delle esperienze fatte e delle persone con cui le ho condivise, come uomo, come giocatore e infine come agente. L’insieme degli eventi accumulati nel tempo mi ha permesso di essere la persona che sono oggi e attraverso un’attenta analisi mi ha anche dato l’opportunità di strutturare un’onestà intellettuale tale da poter essere in grado di esaminare con saggezza il passato dando l’appropriato valore ad ogni successo e fallimento, cercando di raccoglierne solo l’essenza implicita dell’insegnamento e conseguentemente a modificare, di volta in volta, la prospettiva e il comportamento sulle scelte future per migliorare il mio oggi e il mio domani.
L’esperienza è la conoscenza acquisita attraverso il TEMPO e l’ESERCIZIO… nella pallacanestro tutto dipende dalla capacità di ACCETTARE ciò che ti viene proposto e farlo IMMEDIATAMENTE. Per capire c’è il tempo, ma il tempo a disposizione è poco. Proprio per questo dobbiamo comprenderlo e gestirlo al meglio.
Questo è il vero motivo del perché insisto tanto che ogni giorno dobbiamo aggiungere un pezzo in più al nostro puzzle, per essere più competitivi e più forti, rispetto al giorno precedente. Essere più forti non significa esattamente saltare di più, ma saltare prima, non significa correre forte, ma correre di più e prima degli altri, non significa “metterci il corpo”, ma essere disposti a farsi anche male. L’esperienza sportiva vissuta in questo modo risulterà tutta un’altra cosa: più potente, più vibrante e anche più responsabile, approcciando con curiosità ed estrema dedizione al miglioramento individuale e collettivo.
Quella è la fase in cui si comincia LA PARTITA, QUELLA VERA. È qui che si comincia a dar valore al tempo facendolo diventare un fattore d’analisi. Bisogna decidere COME, QUANDO e PERCHÈ. Chi raggiunge e comprende questo momento, deve sapere che dal giorno dopo tutto ciò che lo circonda acquisterà un significato diverso.
A me interessa che l’atleta affronti SERIAMENTE e con i suoi tempi un’analisi personale profonda delle cose che gli dico, che sono state pensate, ripensate e analizzate.
Quindi, essendo OGGI l’unico giorno su cui abbiamo realmente il potere di esercitare un’azione diretta, abbiamo l’obbligo morale di vivere ogni ESPERIENZA nella sua integrità con attenzione e costanza maniacale, godendosela a tutto tondo, metabolizzando da essa la massima motivazione e il massimo arricchimento per affrontare al meglio quello che viene dopo.
Detto questo, prendo spunto dall’esperienza appena conclusasi di Alessandro, perfetto ESEMPIO di questa riflessione, per evidenziare come lui sia un testimonial ideale di come dovrebbero essere approcciate e vissute le proprie esperienze e gestito il proprio tempo a disposizione – fuori e dentro dal campo. Alessandro ascolta con grande attenzione e curiosità, assorbe come una spugna ogni suggerimento e ogni critica costruttiva e riproduce, sbaglia e riproduce ancora, poi però ottiene. È inesorabilmente tenace in questo processo, con tutti i suoi pregi e difetti, ma ha il “fuoco dentro” che lo smuove e il tutto risulta essere più semplice e immediato. Il nostro è un LAVORO DI SQUADRA intenso, sviluppato in sincronia che necessita di una visione, dì grande sensibilità e di pazienza, ma estremamente efficace che ci sta portando ad ottenere, passo dopo passo, ottimi risultati e soddisfazioni.
Il mio ruolo è indurre la “truppa” a sostituire l’unità di movimento da “PASSO” a “SALTO”. È il talento come quello di Alessandro ad indurmi verso quella direzione. Alessandro è uno di quelli “speciali”. Non posso fare il finto prudente. Non sarebbe rispettoso nei confronti delle sue potenzialità.
Per concludere, questo è il tempo del lavoro, del sacrificio e quando possibile del divertimento, solo così facendo, potremo, ogni qualvolta ne avremo occasione, posizionare una puntina sulla nostra “road map” che ci indicherà che siamo nella direzione e nella strada giusta. L’alto livello nello sport (quello vero!) non è “un modo di fare”, ma “un modo di essere”. Chi cattura questo concetto si mette sulla strada che lo porterà lontano.
Questo è il mio lavoro. Il mio impegno quotidiano per tutti coloro che, come me, hanno scelto di mettere nella loro scala delle priorità la pallacanestro al primo posto. Sono un giocatore di Shangai, devo muovere un pezzo, senza toccare gli altri. Ora sapete perché il mio lavoro, per quanto entusiasmante, è così difficile.
Buon “viaggio” e buon lavoro!”